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DEL BECCARIA xxxiii

celebre per avere protetta e professata la filosofia, ma più celebre ancora per avere avuto il coraggio di difendere il suo Re nel più ingiusto ed atroce giudizio, desiderò che il libro Dei Delitti e delle Pene venisse tradotto in francese1. L’abate Morellet fu incaricato del lavoro, il quale comparve per la prima volta in Parigi nell’anno 1766, ma però colla supposta data di Filadelfia. Essendo sembrato al Morellet che l’autore non avesse in tutte le parti del suo trattato esposte le materie nell’ordine più opportuno, ne seguì nella sua traduzione un nuovo, senza mettere mano nel testo: quest’ordine medesimo venne approvato dal Beccaria2 e fu adottato in quasi tutte le posteriori edizioni italiane. La traduzione di Morellet venne poi nuovamente pubblicata nello stesso anno 1766 colla data di Losanna, e con alcune aggiunte dell’autore che videro la prima volta la luce in francese, giacchè furono comunicate dal Beccaria istesso al traduttore. Tutti i filosofi della Francia ch’ebbero maggior campo di gustare in quella versione i pensamenti dello scrittore italiano, colmarono il N. A. di lodi, e fra gli altri, il barone d’Holbach, Diderot, Elvezio, Buffon ec. Fu allora che il Beccaria, rispondendo a Morellet, scrisse quella lettera di cui facemmo parola più d’una fiata, e nelle quali egli mostrasi senza riserva alcuna par-

  1. Traité des Délits etc., pag. xxx.
  2. L. c., pag. xli et xlii.