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che io ho fatto da quello che altri fatto hanno in una materia, nella quale la novità consiste in una maggior precisione d’idee, ed in una più esatta coerenza di più lunghe e più generali deduzioni.

Queste materie non possono riscuotere quell’interno fremito di una tenera sensibilità, che è il più lusinghiero elogio che si possa fare a chi cerca di eccitarla; non lasciano però di essere un oggetto interessante a chi considera che le bellezze tutte che dallo stile dipendono, sono quelle sole che più d’ogni altra perpetuano ne’ volubili animi degli uomini, e rendono comuni e palpabili alla distratta e pigia mollezza degl’ingegni le più grandi verità; perchè cangiandosi con continue vicissitudini le oscure opinioni sulle cose, ed essendo le ricerche intorno alla natura di quelle, disparate e remote dalla solita e più desiderata apparenza degli oggetti, le grazie sole e la forza dell’elocuzione le richiamano, e le combinano in un modo che interessi la svogliata attenzione; e vestendole di quei colori che permanenti sono e più immediatamente ci feriscono, si moltiplicano per l’universale ricerca, e si rendono popolari e perpetue.

Ma qui facilmente dovrei essere rimproverato per l’aridità colla quale stanno scritte la maggior parte di queste Ricerche, e per la rapida e troppo astratta maniera con cui le mie riflessioni sono esposte. Quanto a questo rimprovero, facilmente si risponde, che dove si tratti di esaminare con qualche precisione idee e combinazioni di quelle, non è possibile