Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821.djvu/218

132

trattare intieramente di una parte considerabile delle belle arti con quel metodo di accurata analisi, dal qual solo, combinato con l’osservazione, la perfezione dello spirito umano e quella delle scienze tutte, e la scoperta di tutto il vero che non eccede i limiti delle facoltà nostre, può aspettarsi. Giovanni Loke ha incominciato un grande edificio, e i filosofi di questo secolo lo hanno considerabilmente accresciuto e migliorato. In questa parte istessa delle belle arti io potrei citare i più gran nomi che hanno felicemente incominciato a sottomettere al dominio della filosofia anche il buongusto, che altro non è che l’arte di regolare l’attenzion nostra intorno alle idee, come piacevoli o dispiacevoli, se la vera Logica non è altro che l’arte di regolarla intorno alle medesime, ma come simili o dissimili, identiche o diverse. Il sig. d ’Alembert, il più grande forse e certamente il più filosofo tra i matematici di questo secolo, quanto grandi e nel medesimo tarpo quanto utili ed importanti verità non ci ha egli date intorno alle traduzioni, e su questa istessa materia, di cui io tratto presentemente, nell’articolo Elocuzione dell’Enciclopedia, e nelle sue Miscellanee?

Il celebre ab. di Condillac, ed altri troppo famosi e superiori ad ogni mia lode, che non occorre qui nominare, hanno saputo portare la luce dell’analisi in questa parte delle lettere resa sterile ed infeconda dal fosco pedantismo e dalla servile imitazione. Essi hanno incominciato a ricercar nelle facoltà nostre, nella nostra maniera d’intendere e di sentire, l’origine