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88 | dei delitti |
che un cittadino ha diritto di esigere dagli altri, debbono essere punite coll infamia.
Vi è una contraddizione rimarcabile fra le leggi civili, gelose custodi, più d’ogni altra cosa, del corpo e dei beni di ciascun cittadino, e le leggi di ciò che chiamasi onore, che a tutto fa preceder l’opinione. Questa parola onore è una di quelle che ha servito di base a lunghi e brillanti ragionamenti, senza attaccarvi veruna idea fissa e stabile. Misera condizione delle menti umane, che le lontanissime e meno importanti idee delle rivoluzioni dei corpi celesti sieno loro con più distinta cognizione presenti, che le vicine ed importantissime nozioni morali, fluttuanti sempre e confuse, secondo che i venti delle passioni le sospingono, e l’ignoranza guidata le riceve e le trasmette! Ma sparirà l’apparente paradosso, se si consideri, che come gli oggetti troppo vicini agli occhi si confondono, così la troppa vicinanza delle idee morali fa che facilmente si rimescolino le moltissime idee semplici che le compongono, e ne confondano le linee di separazione necessarie allo spirito geometrico, che vuol misurare i fenomeni della umana sensibilità. E scemerà del tutto la meraviglia all’indifferente indagatore delle cose umane, che sospetterà non esservi per avventura bisogno di tanto apparato di morale, nè di tanti legami per rendere gli uomini felici e sicuri.
Quest’onore dunque è una di quelle idee complesse, che sono un aggregato non solo d’idee semplici, ma d’idee parimente complicate, che nel vario affacciarsi alla mente ora