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bavano ai soli schiavi, vittime di una feroce e troppo lodata virtù. Di due uomini ugualmente innocenti, o ugualmente rei, il robusto ed il coraggioso sarà assoluto, il fiacco ed il timido condannato, in virtù di questo esatto raziocinio. “Io, giudice, doveva trovarvi rei di un tal delitto: tu, vigoroso, hai saputo resistere al dolore, e però ti assolvo: tu, debole, vi hai ceduto, e però ti condanno. Sento che la confessione strappata fra i tormenti non avrebbe alcuna forza; ma io vi tormenterò di nuovo, se non confermerete ciò che avete confessato.„

L’esito dunque della tortura è un affare di temperamento e di calcolo, che varia in ciascun uomo in proporzione della sua robustezza, e della sua sensibilità, tanto che con questo metodo un matematico scioglierebbe meglio che un giudice questo problema: Data la forza dei muscoli, e la sensibilità delle fibre di un innocente, trovare il grado di dolore, che lo


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