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ciuta al di là del limite fissato dalle leggi, è una pena ingiusta, più un’altra pena: dunque non può un magistrato, sotto qualunque pretesto di zelo o ben pubblico, accrescere la pena stabilita ad un delinquente cittadino.

La seconda conseguenza è, che il sovrano, che rappresenta la società medesima, non può formare che leggi generali che obblighino tutti i membri, ma non già giudicare che uno abbia violato il contratto sociale; poichè allora la nazione si dividerebbe in due parti, una rappresentata dal sovrano, che asserisce la violazione del contratto, e l’altra dell’accusato, che la nega: egli è dunque necessario, che un terzo giudichi della verità del fatto. Ecco la necessità di un magistrato, le di cui sentenze sieno inappellabili, e consistano in mere asserzioni, o negazioni, di fatti particolari.

La terza conseguenza è, che quando si provasse che l’atrocità delle pene, se non immediatamente opposta al ben pubblico, ed al fine medesimo d’im-