quella pieghevole prudenza, degna solo di chi può soffrire una esistenza precaria ed incerta.
Chiunque leggerà con occhio filosofico i codici delle nazioni e i loro annali, troverà quasi sempre i nomi di vizio e di virtù, di buon cittadino o di reo, cangiarsi colle rivoluzioni dei secoli, non in ragione delle mutazioni che accadono nelle circostanze dei paesi, e per conseguenza sempre conformi all’interesse comune, ma in ragione delle passioni e degli errori che successivamente agitarono i differenti legislatori. Vedrà bene spesso, che le passioni di un secolo sono la base della morale dei secoli futuri; che le passioni forti, figlie del fanatismo e dell’entusiasmo, indebolite e rose, dirò così, dal tempo che riduce tutt’i fenomeni fisici e morali all’equilibrio, diventano a poco a poco la prudenza del secolo, e lo stromento utile in mano del forte e dell’accorto. In questo modo nacquero le oscurissime no-