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e delle Pene. | 107 |
zione essere subordinate a due sovrani e a due codici, sovente contradditorj. Alcuni credono parimente che un azione crudele, fatta per esempio a Costantinopoli, possa esser punita a Parigi, per l’astratta ragione, che chi offende l’umanità merita di avere tutta l’umanità inimica e l'esecrazione universale: quasi che i giudici, vindici fossero della sensibilità degli uomini, e non piuttosto dei patti che li legano fra di loro.
Il luogo della pena è il luogo del delitto, perchè ivi solamente, e non altrove, gli uomini sono sforzati di offendere un privato per prevenire l’offesa pubblica. Uno scellerato, ma che non ha rotti i patti di una società di cui non era membro, può esser temuto, e però dalla forza superiore della società esiliato ed escluso, ma non punito colle formalità delle leggi, vindici dei patti, non della malizia intrinseca delle azioni.
Ma, se sia utile il rendersi reciprocamente i rei fralle nazioni, io non
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