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seguono da un minimo di densità di 18 abitanti per km² nell’alpestre Fassa, si giunge, senza tener conto delle due città maggiori, alla densità di 155 abitanti per km² nel distretto di Lavìs, dedito a colture intensive.
Densità della popolazione per km² nei distretti giudiziali:
Fassa | 18 | Stènico | 41 | Rovereto | 70 | Villalagarina | 124 |
Malè | 25 | Strigno | 43 | Mezolombardo | 81 | Arco | 129 |
Primiero | 27 | Cles | 56 | Cembra | 88 | Trento | 134 |
Tione | 27 | Fondo | 61 | Civezzano | 94 | Riva | 139 |
Condino | 28 | Ala | 62 | Lèvico | 97 | Lavìs. | 155 |
Val di Ledro | 29 | Borgo | 67 | Mori | 102 | Rovereto (città) | 1452 |
Cavalese | 38 | Vezzano | 68 | Pèrgine | 105 | Trento (città) | 1669 |
EMIGRAZIONE. La popolazione del Trentino ebbe nel primo sessantennio del secolo scorso un graduale aumento, corrispondente all’incremento naturale annuo della popolazione. L’emigrazione era praticata solo dalle popolazioni alpestri e in misura assai limitata. Era un’emigrazione specializzata, di pochi e non numerosi gruppi professionali, degli arrotini (moleti) di Rendena, degli spazzacamini di Val di Non o del Banale, dei calderai (parolòti) di Val di Sole, dei segatori (segantini) giudicariesi, dei carbonai di Val Vestino, ecc.. Il paese era insomma in grado di mantenere tutti i suoi figli. Ma sopravvenuto il distacco dall’Àustria della Lombardia e della Venèzia, il Trentino, che era una fiorente regione industriale, subì una enorme crisi economica, poichè i suoi prodotti trovavano sfogo solo verso il mezzogiorno. Le nove barriere doganali e l’impossibilità di trovare nell’interno della monarchia, per ragioni geografiche e politiche, campi adatti di smercio, segnarono il crollo dell’industria trentina. Ne subì di contraccolpo una scossa anche l’agricoltura, in buona parte unita all’industria. Si aggiunsero, fra il 1870 e 1890, terribili calamità: le malattie del gelso e della vite, le inondazioni, e, come non bastassero le calamità di natura, lo sgoverno provinciale e la trascuranza assoluta dello Stato, sempre disposto a sacrificare le nazionalità meno numerose alle maggiori.
L’emigrazione si impose come una triste necessità, le Amèriche ospitarono stabilmente decine e decine di migliaia di trentini. Il paese non solo perdette l’incremento naturale annuo della popolazione, rispondente a circa il 9 per mille, ma costrinse all’esilio un numero maggiore dei suoi figli. Dal 1880 al 1890 la popolazione complessiva del Trentino diminuì da 351 689 a 349 203.
Nel 1900 era salita a 360 179. Nel 1910 a 386 437. Indizio questo di un piccolo miglioramento economico sopravvenuto. Con l’aumento