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Fino ad ora di riforma elettorale nei comuni non s’è voluto sentir parlare dai nobili e dai privilegiati che dirigono la provincia, e i due municipi di Trento e di Rovereto, che, sotto la pressione dei socialisti, votarono delle riforme ai loro statuti, si guardano bene dal premere sui poteri provinciali, per ottenere la necessaria sanzione.

Eppure un deputato di Trento dovrebbe ritenere come massimo onore quello di conseguire che la propria città, (ove oggi è diventata una pena esser eletti dal primo corpo elettorale!) per la prima inauguri un sistema elettorale civile, che sia d’esempio a tutta la regione.


Gli effetti di una nefasta triplice.

Non tutte le questioni che hanno rapporto con la amministrazione provinciale, io ho potuto toccare; tuttavia conviene ch’io — per non abusare della vostra pazienza — sollecitamente concluda.

Uno sguardo generale alla vita economica del nostro paese, non farà che confermarci nelle risultanze emerse dall’esame di singole branche. Sessanta e più anni di sgoverno hanno portato il Trentino al massimo grado di pauperismo. Emigrazione, pellagra e debiti. Ecco quel che oggi abbiamo. I debiti comunali e consorziali del Trentino, sommano in cifra tonda a 24 milioni di corone, di fronte a 14 milioni del Tirolo.

Esaminati anno per anno i bilanci ordinari, si rileva come ogni anno il Trentino paghi parecchie decine di migliaia di corone di più di quel che riceve. A questo proposito fece un esauriente studio il defunto don Salvadori, per gli anni 1897-98-99; ed io, esaminando i bilanci posteriori, sono venuto alle stesse conclusioni. Ma differenze non di decine di miliaia, bensì di centinaia di migliaia si riscontrano nelle spese straordinarie.

Il caso più tipico ci fu offerto nel 1882, allorquando si trattò di dividere i sussidi assegnati pei danneggiamenti delle inondazioni. In allora si stanziarono pel Trentino un milione di fiorini, pel Tirolo 4 milioni e mezzo! Lo stesso governo centrale si oppose a questa divisione leonina!

Questi gli effetti di uno sgoverno, dovuto alla combizione della nefasta triplice dell’odio di razza, alleato allo spirito settario dei gesuiti e alla boria prepotente dei nobili.


L’autonomia e la riforma elettorale.

Tutto questo mostruoso organismo, deve crollare. Tanta infamia non può più durare. Occorre l’autonomia del Trentino e l’abrogazione di ogni privilegio dei nobili, di clero, di grossi possidenti.

L’autonomia, aspirazione dei padri nostri, deve essere raggiunta, per togliere tutti quei mali economici che io ho cercato descrivervi, per impedire ogni sopraffazione di razza a danno della nostra civiltà, della nostra lingua.

Ma non basta proclamare a parole quest’autonomia; bisogna volerla a fatti; farne sentire la necessità alle masse


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