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Rilevo la grettezza della provincia, che mantiene scuole con 80 e più ragazzi; che obbliga i bimbi di frazioni distanti dal centro a ore di viaggio per arrivare alla scuola; ricordo la mancanza di edifici scolastici, la scarsezza dei sussidi dati ai comuni che ne costruiscono; ricordo infine la tassa scolastica di Cor. 6 per ogni ragazzo che non dimostri d’esser figlio di poverissimi genitori; ricordo la non piccola parte di oneri lasciati ancora al comune, mentre vi sono in Austria parechie provincie, che provvedono del loro tutti i requisiti scolastici in quei comuni, nei quali l’addizionale supera il venti per cento. Nel Trentino quasi tutti i comuni hanno addizionali superiori al 200 per cento!

Ma accanto alla questione economica va presa in considerazione quella morale.

Il modo con cui il consiglio scolastico provinciale è costituito, dà la maggioranza incontrastata ad elementi tedeschi ed a clericali; da ciò frequenti alti di ostilità alle scuole italiane, da ciò regolamenti scolastici ad uso e consumo, del dominio clericale. Il maestro è ridotto a fare il sagrestano; e si arriva al punto da ritenere pedagogisti modelli uomini, che han potuto, in un’antologia scolastica, camuffare sacrilegamenite «L’Inno a Satana», di Carducci sotto il titolo di «Inno alla Ferrovia» mutilandone correlativamente il contenuto.

Contro i maestri di idee liberali, la persecuzione è continua, implacabile, il che spiega come annualmente si contino a decine gli insegnanti nostri (e assai spesso sono i migliori) che vanno a cercarsi assieme al pane, un po’ di libertà nelle regioni adriatiche.

Il programma scolastico di un candidato socialista non può che rappresentare il rovescio di quanto s’è fatto sino ad ora e si fa al presente.


Istituzioni autonome e non autonome nell’agricoltura.

L’unica branca dell’amministrazione provinciale che funzioni bene, è quella dell’agricoltura, perchè qui abbiamo un principio d’autonomia nel Consiglio provinciale d’Agricoltura di Trento e gli interessi agricoli del Trentino sono separati nettamente da quelli dei circoli di Bolzano ed Innsbruck.

Però tutto quello che dipende ancora dalla parte tedesca della provincia, come ad esempio l’Istituto di S. Michele, funziona male.

Quell’istituto è un covo di pangermanismo, di bigottismo e di filossera! I famosi commissari filosserici, colà, stanziatisi, per prevenire il male e prontamente isolarlo ove scoppiasse, non s’accorsero per ben sei anni che le viti circondanti le stanze da loro abitate, erano infette da filossera. E la infezione si fa strada e minaccia di distrugger tutti i vigneti del paese, impreparatissimo a difendersi e a poter su vasta scala rifare i vigneti.

D’altra parte mi affretto a dire che se il Consiglio provinciale d’agricoltura di Trento funziona egregiamente, per


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