Pagina:Battisti, campagna autonomistica, 1901.djvu/67


— 61 —

si ebbero da tante eccellenze, da tante altezze, da tante eminenze, da tanti dei e semidei, i rappresentanti del nostro paese, lusingati dalle melliflue parole, dalle benevole aspettative.

Forse la prima promessa formale, venuta dall’alto, di render giustizia al Trentino fu quella dell’imperatore Leopoldo nel 1790 e dopo quella fino al 1871, al 1893, al 1894, fino ad ieri quante promesse, quante e quante lusinghe, quante sconfitte per il paese nostro, per gli uomini suoi dalla fede buona...... troppo buona.

Meglio non ricordarle, meglio guardare sorridenti all’avvevenire e prepararci con lena ad un lavoro che ci permetta in un non lontano futuro di consegnare alla storia statistiche meno desolanti e tali da non escluderci dal novero dei popoli che progrediscono nella via della civiltà.

Certo quello che il paese saprà fare in questo momento, quello che i nostri deputati sapranno fare ora alla Dieta d’Innsbruck, ci dirà in breve se all’elenco delle canzonature una nuova se ne debba aggiungere o meno.

Stanno nel popolo e nei suoi rappresentanti gli eventi.

Stan nel popolo perchè guai se esso in questo momento non si mostrasse unito, compatto, con un’anima sola, come un sol uomo; guai se i nostri nemici potesser credere che i fautori dell’autonomia fosser solo i nostri deputati, al pari di capitani senza esercito, senza batterie, senza munizioni.

Stanno gli eventi del paese nell’opera dei deputati e ad essi noi socialisti — che pur da loro siam divisi per le idealità finali del partito, e di loro fummo, siamo e saremo critici severi e avversari — noi mandiamo, coll’augurio della vittoria, un monito:

Lasciatevi pur canzonare dai tirolesi, se vi aggrada, ma sappiate che oggi ci siamo anche noi, non disposti a lasciarci canzonare da voi.

Noi crediamo di poter ripetere a voi ciò che le madri spartane dicevano, mentre consegnavano lo scudo ai figli partenti per la guerra in difesa della patria: O con questo o su questo.

Ad Innsbruck non mancano certo ricordi che servano ad additarvi il dovere. Voi andate a combattere in un parlamento: altri fra i nostri migliori — e rievoco la tua bella figura, o