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qui macinato e poi consumato in buona parte nel Trentino. Si sostiene ad Innsbruck che ogni tirolese consumi annualmente quintali 1.76 di grano ed ogni trentino quintali 1.31. Chi ci crede? Pur troppo i mangiapolenta, i pellagrosi siam noi ed i tirolesi arriveranno al consumo di quintali 1.76 per testa all’anno, sommando alla farina il lardo e le lucaniche, che mettono nei loro Knödel, lardo e lucaniche dei quali i nostri contadini non hanno neppur la fortuna di sentir l’odore.
Il dazio sui grani esiste come dazio provinciale nel Tirolo fin dal 1824 e dovea aver lo scopo di raccogliere un «fondo di approvvigionamento» per provvedere il paese di grano nei tempi di carestia.
Questo bisogno non s’è mai verificato; il fondo capitalizzato crebbe in un modo vistoso; il gettito deb dazio aumentò d’anno in anno, finchè un po’ alla volta si venne alla decisione di spendere, sia parte delle entrate annue del dazio, sia gli interessi del capitale accumulato, in cose che nulla aveano a che fare coi sussidi per carestia.
E per noi è dolorosamente istruttivo il modo con cui si spesero i denari di questo fondo al quale — ripetiamo — abbiamo concorso sempre per lo meno col 50%.
Anzitutto si fondò con essi la casa di correzione di Schwaz, un istituto pei discoli, al quale dall’epoca della fondazione ad oggi i trentini parteciparono nella media del 20%, i tirolesi in quella dell’80%. Le spese fatte in base al 50% da ciascuno dei due paesi decurtarono il Trentino di una somma di fi. 200.000 in cifra tonda. Nei 1891 poi si cominciò a prelevare dal fondo approvvigionamento l’importo annuo di fi. 20.000 per fare una seconda casa di correzione e anche questa con la solita giustizia distributiva, a tutto favor del Tirolo, si destinò ad un paese tedesco nella Val d’Adige superiore.
Nei forzieri del fondo approvvigionamento si trovarono dei milioni per pagare le spese di guerra per transito di soldati ecc. fatte durante la guerra napoleonico-bavarese, poi per spese sostenute in questo secolo dalla provincia a favore dell’esercito austriaco. In questa faccenda il Trentino — che non diede il suo