Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 48 — |
Questa rappresentanza dovrebbe esser relativa al numero dei «soci» e invece? Invece non lo fu mai e non lo è.
Non lo fu, perchè ne’ primi tempi, in cui funzionava regolarmente, nel 1816, contava 7 seggi per i trentini contro 45 dati ai tedeschi. Più tardi, si tentò riparare all’ingiustizia e nel 1848 furono accordati ai nostri 20 seggi contro 52! E ciò in un tempo in cui la popolazione del Trentino era di 320.000 e quella del Tirolo di circa 400.000. Finalmente, per calmare le proteste dei trentini, nel 1861 si realizzò una riforma, che vige pur oggi e in base alla quale il Trentino ha un deputato ogni 10.808 abitanti di borgate e città e uno ogni 28.969 abitanti dei comuni rurali, mentre il Tirolo ha un deputato ogni 9174 abitanti di città e uno ogni 17.049 dei comuni rurali.1
Come si raccolgono, come si spendono i fondi di questa società, che è la dieta tirolese?
Le entrate nella quasi lor totalità sono costituite da tre cespiti principali: il dazio sul grano che alle casse provinciali dà un milione di corone all’anno e alla fama del Tirolo assegna il livello più basso nella scala della civiltà fra le province austriache; l’imposta sugli spiriti (che da provinciale diverrà ora erariale) la quale dà un reddito di 860.000 corone; e infine le sovraimposte provinciali, che rendono — sempre in cifra tonda — un milione seicentomila.
Sovraimposte e dazio sugli spiriti noi le paghiamo nel rapporto di 23% circa contro 77% pagate dai tirolesi; è perciò giusto che in questa proporzione ci sieno restituite; del dazio sul grano noi avremo forse pagato in qualche tempo anche il 60% contro il 40%; certo pagammo fino agli ultimi tempi, come, ammisero tutti i nostri avversari, il 50%.
È solo ora che i borghesi del Tirolo vanno dicendo e tentano di dimostrare che essi consumano più grano di noi. Che ne venga sdaziato di più nei loro paesi è un conto, ma si tratta di grano che anche sdaziato a Lienz o a Bolzano, viene
- ↑ Queste proporzioni sono fatte in base alla statistica ecclesiastica della provincia. Il disquilibrio si constata anche attenendosi ai dati della statistica governativa.