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Pure prescelgo oggi seguire altra via; ed io son qui per ridurre nei suoi termini aritmetici la questione, per quanto il linguaggio delle cifre possa riuscirà freddo e noioso.
Rispondiamo solo, prima di entrare nel vivo dell’argomento, ad una domanda; Chi siamo noi trentini? Dove viviamo? Quanti siamo? Chi sono i tirolesi? Dove e come si amministrano le cose nostre?
Siamo un popolo italiano d’origine, di razza, di lingua, di costumi; abitiamo le estreme valli in cui si spinge la favella italiana. Il nostro suolo è stato, attraverso i secoli, il campo dove si sono combattute le più fiere battaglie fra la razza latina e la germanica. Qui nella media valle dell’Adige, in questo lungo corridoio che Cesare Correnti chiamava con frase scultoria «il vestibolo d’Italia», nei valichi alpini che a destra e a sinistra la cingono, nelle pianure dove essa sfocia, tante volte gli eserciti stranieri trovarono la porta di ferro d’Italia. Qui la tendenza medioevale di sottomettere una nazione all’altra trovò la sua massima esplicazione. E il paese nostro — la maggior vittima del grande conflitto fra le due razze — fu in continua balia delle pretese di dominazioni nordiche che voleano ad ogni costo assorbirlo e renderlo appendice (e baluardo al tempo stesso) della nazione germanica, delle pretese di principi vescovi intenti ad abbattere le libertà comunali per aprire la strada ai patronati, prima, alle dominazioni poi, dei conti del Tirolo, talchè par davvero miracolo a chi riguarda la storia nostra che l’arietare di tante forze diverse non abbia oscurato neppur una traccia della romanità nostra. Segno evidente che vi sono leggi contro cui nulla volgono le leggi della prepotenza e della forza.
Su questo suolo siamo ancor oggi in lotta coi confinanti tedeschi, malgrado che il secolo nostro sia indubbiamente il secolo delle federazioni dei popoli e delle nazioni.
Nell’istinto di predominio, che perdura atavico nei tirolesi, ma sopratutto ne’ privilegi di cui essi godono, sta la ragione del conflitto in cui essi si trovano con noi, conflitto, che se non può più dirsi come pel passato conflitto fra due nazioni ne costituisce però l’ultimo episodio.