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A quel programma abbiam voluto richiamarci come a fede di nascita del nostro partito perchè in esso e della questione nazionale e della questione dell’autonomia è detto esplicitamente così:

«Noi, che siamo giovani e che alla vita politica e sociale vogliamo portare il contributo delle nostre forze affermiamo la nostra piena solidarietà con chi si fa vero e disinteressato difensore degli interessi nazionali, perchè — all’opposizione recisa contro ogni violazione ad un sentimento innato, al rifiorire della coltura italiana nel nostro paese, alla maggiore partecipazione a tutto lo svolgersi della vita sociale, che specialmente per l’uomo del popolo è intimamente connessa colla chiara conoscenza della propria lingua — dovrà seguire nella coscienza del popolo una stima maggiore di sè stesso ed una convinzione più esatta dei propri doveri, dei propri diritti. Con questo intendiamo di dire che noi non esitiamo a proclamare santa la lotta per la nostra nazionalità, ma non vogliamo che essa ci impedisca di combattere per altri più grandi ideali — . . . . . .

Noi affermiamo il bisogno dell’autonomia del paese per impedire lo sperpero e la distruzione di tutte le nostre forze materiali e morali»1.

Di fronte al nostro tentativo i vari partiti del paese presero diversa posizione contro di noi. Liberali e clericali si divertivano a scherzare sopra i fiaschi solenni che noi avremmo raccolti. I governativi invece ci fecero il viso dell’arme e ci fecero l’onore di attaccarci non solo come socialisti, ma come autonomisti, come i promotori di una riscossa del paese.

La Patria, organo governativo, rivolse un appello a tutti i partiti invocandone la concordia contro il nemico rosso. In data 4-5 Febbraio 1895 scriveva:

«Di fronte ad una tale necessità (l’avanzarsi cioè, dei socialisti) le differenze dei partiti spariscano nella difesa dell’ordine, delle idee, dei diritti e delle tradizioni che sono patrimonio comune a noi tutti, tutti, senza distinzione dobbiamo trovarci pure a fianco a combattere.

E senza indugi, perchè i mali estremi i cui sintomi si manifestano oggi, già domani potrebbero formare una cancrena che difficilmente si riuscirebbe ad estirpare».

Malgrado questo appello il partito continuò imperterrito la sua via ed oggi sa ormai d’esser diventato la cancrena a cui alludeva la Patria.



  1. Cfr. Alto Adige, 30 Gennaio 1895.