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comitiva di tedeschi, scesa nel Trentino con scopo dimostrativo per organizzare l’azione pangermanista, intimava di ritornare, preludendo alla clamorosa cacciata di quegli intrusi.

Nazionali sono i diecimila contadini che da poco hanno costituito il partito leghista, un partito radicale rurale, per ribellarsi all’influenza del clericalismo.

Nazionali sono in buona parte anche le masse contadine dirette dai clericali. Alla loro testa, è verissimo, commisti ad uomini di fede italiana, come il deputato Conci, vi sono non pochi altri attacchi alla greppia austriaca; ma questi signori, per non perder terreno devono, da una decina di anni, far giorno per giorno delle concessioni. Il loro giornale ha dovuto abbandonare il nome di Voce Cattolica per assumere quello nazionale di Trentino; le loro associazioni hanno smessa l’usanza di inviar omaggi all’imperatore e si qualificano come nazionali; nell’opera di difesa linguistica, contro l’introduzione di scuole tedesche elementari, lo stesso clero ha preso posizione di battaglia. Per ultimo in non poche vertenze s’è constatata la disapprovazione della massa del partito verso quei capi che cedettero al governo. Dimostrativo per l’indirizzo della massa clericale è il fatto che recentemente, alla Dieta di Innsbruck, tutta la deputazione trentina clericale, malgrado infinite pressioni del Luogotenente votava la sfiducia al governo e negava l’approvazione delle leggi militari provinciali; leggi di nessuna o poca entità finanziaria, ma di grandissimo valore morale. E’ notorio che alcuni capoccia clericali non volevano staccarsi dal governo; fu il grosso dei deputati, composto di contadini, che impose la direttiva agli altri.

Ma su tutta la popolazione il massimo propagandista nazionale fu sempre il governo austriaco con i suoi metodi polizieschi, con l’aiuto offerto alle società straniere antiitaliane, con le sue parzialità a danno degli italiani, con la dittatura militare. Se, malgrado ciò, qualcuno non aveva ancora aperti gli occhi, venne a distruggere ogni cecità lo sterminio, barbaramente voluto, della gioventù trentina sui campi di guerra, nella Galizia e nella Serbia.

Si sono d’altronde imposti a più riprese confronti troppo eloquenti fra la miseria crescente nel Trentino e