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tuna, deve dirsi sotto l’aspetto militare) impreparata, disorientata di fronte al problema di Trento e Trieste. Vi sono generazioni intere che non solo non hanno respirato un’atmosfera di simpatia verso i fratelli irredenti, non solo sono state prevalentemente dirette all’osservazione di problemi affatto divergenti da quelli nazionali, ma sono state private di quelle nozioni elementari di storia e geografia d’Italia che, per ragioni di cultura, all’infuori delle tendenze politiche, dovrebbero essere patrimonio di ogni italiano.

Conosciuto il Trentino quale fu, quale è e quale apparve agli uomini del Risorgimento, giova porsi la domanda: Esistono ancora o no le ragioni per cui in Italia e governo e popolo concordemente, unanimemente affermarono fino al 1866 la necessità assoluta della annessione del Trentino allo stato italiano?

O sono successi avvenimenti per cui oggi il problema di Trento, il problema delle provincie irredente in genere, non meriti più l’attenzione degli italiani?

È facile dimostrare che nè per l’Italia nè pel Trentino il problema irredentista può dirsi sorpassato.

I dieci lustri trascorsi hanno cementato, non diminuito, le ragioni per cui si impone il completamento dell’unità nazionale. Esaminiamole, prima nei riguardi generali d’Italia, poi del Trentino.

La ragione suprema è quella del sangue; è la ragione nazionale. Allorchè il Piemonte si mise alla testa del risorgimento d’Italia non partì dal criterio che nazionalmente una provincia fosse preferibile all’altra. Lo stesso ideale si affermò tanto per la Lombardia come per Trieste, pel Trentino e pel Veneto come per la Sicilia. Tutti i figli d’Italia dovean esser redenti. Erano ugualmente nemici d’Italia il governo borbonico, quello degli Absburgo e quello dei papi. Avvenimenti luttuosi, dolorosi impedirono il compimento dell’unità. Dal dominio absburghese si poterono strappare solo alcune provincie. Altre rimasero ancora sotto il duplice rostro. Quegli avvenimenti dolorosi furono deprecati come una calamità della patria, come un’onta che si dovea cancellare per l’onore delle armi, per la dignità nazionale. Le cause stesse per cui l’unità rimase incompiuta devono rappresentare un nuovo stimolo a riprenderne l’opera.