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so tempo fattore non ultimo della coltura e civiltà italica. Elaborò un suo volgare di perfetta impronta latina e con proprio valore organico. Alle lettere italiane e all’arte dette in tutti i secoli forti intelligenze: dallo scultore Alessandro Vittoria a Francesco Guardi e Giovanni Segantini pittori, dal filosofo Acconcio ad Antonio Rosmini, da Andrea Maffei a Giovanni Prati, poeta del Risorgimento. Non vi fu movimento letterario o scientifico nè scuola d’arte italiana cui il Trentino non abbia dato qualche rappresentante. Per dir solo degli ultimi centocinquanta anni, l’enciclopedia fu degnamente rappresentata da Carl’Antonio Pilati, le scienze naturali sul finire del XVIII secolo ebbero cultori valorosi nei Fontana, nello Scopoli, nel Borsieri, l’erudizione storica nel Tartarotti, il classicismo trovò un banditore in Clementino Vannetti; l’arte drammatica in Gustavo Modena, il romanticismo in una schiera di poeti minori attorno al Prati, il Gazzoletti, la Lutti. Gli atenei d’Italia ebbero negli ultimi decenni decoro dal Canestrini, dal Malfatti, dall’Inama, dal Sighele, mentre l’arte dei suoni e dei colori hanno oggi due superbi rappresentanti in Bartolomeo Bezzi e in Riccardo Zandonai.

Italicamente si svolse sempre la vita dei comuni. Trento e Rovereto chiamavano dalle altre regioni d’Italia i lor sindaci, e fu sindaco di Trento Gian Domenico Romagnosi.

Italica è l’arte di cui si adornano tutte le città ed anche i più minuscoli borghi.

Insigni monumenti italici sono non solo il duomo e i molti palazzi e il castello di Trento, dipinto dai più celebri artisti del cinquecento, e le torri e i municipi di Rovereto e di Riva e i vetusti castelli e le chiesette trecentesche e cinquecentesche del Trentino e le danze macabre che adornano i cimiteri dell’alta montagna, ma anche le chiese e i palazzi che si incontrano nell’Alto Adige, a Bolzano e nei sobborghi contermini, ove le stradine a portici arieggiano quelle delle città venete.

Tutto è italico: il cielo, il costume, la tradizione, la lingua, gli affetti. Italica è anche la delinquenza, in vivissimo contrasto con quella delle regioni tedesche e fornita delle caratteristiche passionali della delinquenza italiana.