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glie del Risorgimento1, e che aveva già avuto nel secoli anteriori due altre documentazioni che sono come i titoli nobiliari del popolo trentino: la Tavola Clesiana, l’editto, scolpito in bronzo, con cui Claudio imperatore confermava la cittadinanza agli abitanti delle valli trentine, e il patto di Waldo con cu le popolazioni del Perginese facevano nel 1166 patto di difesa e di offesa comune con Vicenza.

Se la missione storica di cui maggiormente può gloriarsi il Trentino fu quella di esser stato per secoli la diga all’irrompente invasione teutonica, esso fu nello stes-



  1. Indirizzo di Giuseppe Garibaldi ai Trentini


    Nella lotta santa sostenuta dall’Italia contro i suoi oppressori da tanto tempo, uno dei più brillanti episodi e più gloriosi, si è certo quello decorso in questi ultimi tempi.

    Vi fu un cenno onorevole di gratitudine per quelle provincie che meglio risposero all’appello del prode campione dell’indipendenza «Vittorio Emanuele», e che mandarono sui campi delle patrie battaglie la gioventù animosa a suggellare col sangue il patto sublime d’unione nazionale, meritevole oggi del plauso dell’Europa. Nessuno peraltro ricordò il Trentino! Quella nobile parte della nostra penisola, che ad onta di dugento mila mercenari dell’Austria che la calcano e la depredano, non mancò di far sentire coraggiosamente una voce di giubilo al trionfo della causa italiana, di reprobazione e di ribrezzo alla fetida dominazione austriaca.

    Eppure modesti, come lo sono generalmente gli uomini di cuore, i Trentini continuano silenziosi a dividere, come divisero nel passato, le fatiche e le speranze comuni. Essi diedero nella campagna passata buon numero di valorosi ufficiali e soldati, e al martirologio nostro, nomi, che mi commuovono nel pronunciarli, e che certamente onorano il nostro paese al pari dei più illustri.

    Il nome del trentino Bronzetti durerà nella memoria dei posteri quanto i fasti gloriosi della nostra storia, e sarà il grido di guerra dei bravi Cacciatori delle Alpi nelle pugne venture contro gli oppressori dell’Italia.

    Furono centinaia i concittadini di Bronzetti che si distinsero nella sacra guerra, ed una parola non s’è alzata a segnalarli alla gratitudine nazionale! Valga la mia debole voce a supplire in parte all’involontario obblio, ed a ricordare un ramo dei più nobili e più generosi della famiglia italiana, su cui posano meritamente le nostre speranze di redenzione.

    Modena, 10 settembre 1859.

    GIUSEPPE GARIBALDI.

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