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emigrazione e militarismo | 51 |
si faccia una famiglia, o che diventi proprietario, o che si procuri un’occupazione stabile.
La risultante ultima è la perdita di cittadini per lo Stato; mentre è lo Stato quello che ha tutto da guadagnare dal richiamo in patria dei suoi figli.... e delle sostanze che hanno accumulato all’estero.
Io raccomando perciò di tener conto di queste condizioni di cose.
Pensate, o signori, che noi occupandoci degli emigranti ci occupiamo delle sorti di milioni di cittadini, poichè ai 700 000 che emigrano ogni anno vanno aggiunte le molte centinaia di migliaia di quelli che, una volta emigrati, non hanno più fatto ritorno.
Pensate che una certa larghezza è doverosa verso chi emigra per la grande ragione che la società non ha saputo procurar per essi un pane in patria.
Pensate che, ammettendo nella legge militare le facilitazioni da me accennate, non si fa un rischio, non si fa un salto nel buio, perchè si tratta di disposizioni vigenti; già sperimentate nella legislazione di altri Stati che possono servire di modello all’Austria nell’opera di protezione degli emigranti.
Coloro che emigrano, se amano di solito molto la loro piccola patria, sia essa italiana, polacca, slovena o tedesca, non hanno nè possono avere alcun sentimento di affetto per l’organismo dello Stato, per quella cosa che si chiama Austria. Se voi volete perciò che lo Stato non perda ogni prestigio fra i suoi cittadini all’e-