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Vi è poi il caso in cui, emigrando intere famiglie, partano col padre dei ragazzi in tenera età. Costoro, avendo la loro famiglia permanentemente stabile all’estero, vanno incontro a sacrifici e disagi non piccoli, se vogliono recarsi a fare il servizio militare in Austria.

Dovrebbesi perciò, imitando la legislazione italiana, dispensare provvisoriamente dal presentarsi alle armi quei giovani residenti all’estero che sono espatriati in paesi extra-europei prima di aver compiuto il sedicesimo anno di età, e ciò finchè duri la loro residenza all’estero.

Nè il diritto di dispensa dovrebbe decadere, se, previo permesso dell’autorità diplomatica, si recassero in patria per una dimora brevissima di due o tre mesi.

Infine, poichè è inevitabile con un’emigrazione così grande come è quella austriaca, che un numero abbastanza rilevante di giovani non adempia fra i venti e i trentanni gli obblighi di leva, bisognerebbe stabilire che questi obblighi, che attualmente durano fino a trentasei anni, fossero limitati fino a trent’anni, accettando la proposta del collega deputato Vinarsky, come ammette la legge francese, o almeno fino ai trentadue, come ammette la legge italiana.

Non far così, sarà come voler condannare tutta questa gente a starsene in perpetuo lontana dalla patria.

Chi non ha potuto sobbarcarsi al servizio militare fino ai trentun anno, non pensa certo a farlo dopo. Succede allora che l’emigrante si risolve a rimanere all’estero per sempre, sia che