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Dopo il Trentino figurano come colpite da queste condanne la Galizia (con 680), la Bucovina, la Dalmazia e le provincie slovene, mentre, le altre provincie sono quasi completamente esenti.

Le autorità locali tendono a infliggere condanne miti, ma le procure superiori, sollecitate evidentemente dal governo militare, reclamano sempre punizioni più aspre.

Se non che per ogni condanna per delitto in sede giudiziaria, si hanno almeno tre o quattro condanne a carcere o multa per contravvenzione in sede politica. E si hanno molte punizioni in sede militare, consistenti nel carcere e nel prolungamento del servizio militare, fino ad un anno, secondo la presente legge. Naturalmente delle condanne in sede militare non si hanno statistiche.

A molti emigranti reduci poi si fa subire per lo zelo di certi gendarmi il carcere preventivo. Io ricordo l’arresto di un emigrante tornato in patria, per assistere alla morte del padre. Era appena spirato il padre che il gendarme arrestò il figlio per la paura che ritornasse in America!

È evidente che i criteri attuali non possono più tollerarsi e che la legge deve prendere in considerazione speciale l’emigrante.

Ciò deve essere fatto in due maniere: anzitutto col far entrare nella legge quelle ordinanze militari che già esistono ma che sono troppo incomplete, e troppo poco praticate, in via di concessione e non di diritto e coll’introdurre speciali disposizioni pei casi più gravi e complicati.