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diminuzione è maggiore: a Trento città del 13,5 per cento, a Rovereto città del 15,5 per cento!

Causa della diminuzione del bestiame è, oltre il cattivo stato in cui si trovano i pascoli, il fatto che intere montagne sono state comperate dall’erario militare a prezzi irrisori, quando i venditori erano i comuni, e a prezzi alti quando i venditori erano famiglie nobili feudali.

Dove il governo ha eretto forti e costruito campi di bersaglio, dove tuona il cannone, si dà il bando alla pastorizia!

Poi si è avuto un irrazionale trattamento dell’afta epizootica. Si sono tormentati i contadini senza riuscir ad estirpare la malattia. È una voce unica in tutto il paese, che i veterinari agiscono con criteri affatto irrazionali, con rigori insensati. Essi vanno a tentoni nel curare il bestiame e fanno sperimenti sulla pelle del contadino. Oggi proibiscono, domani permettono! Cedono poi sempre, ai cenni degli altolocati e dei militari e ad un ordine di questi fanno uscire le bestie malate dalle stalle, perchè trasportino le provviande. Questa non è previdenza scientifica, questa è partigianeria.

Eccessivo rigore, determinato non da ragioni sanitarie, ma da criteri politici, usa l’autorità anche nel non lasciare entrare nelle malghe trentine il bestiame del vicino Regno e molti comuni hanno perduto vistosissime somme d’affitto dei loro pascoli, mentre l’erba è rimasta infruttuosa.

In condizioni peggiori si trova l’allevamento delle capre e delle pecore, che è quello che più interessa la popolazione povera.