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combattuta. Non sparirà invece l’onta di cui, negandola, si coprono i partiti della borghesia tedesca e slovena.


Per l’agricoltura.


Entrando ora nel dibattito sul bilancio provvisorio, io devo rilevare che se Governo e Parlamento non hanno tenuto alcun conto dei bisogni di cultura degli italiani, altrettanto trascurati sono stati dal Governo i bisogni materiali del mio paese, il Trentino.

Ci sono in questo Parlamento dei deputati trentini che si sono in più riprese schierati con gli agrari, come se il mio paese avesse interessi analoghi con quelli degli agrari austriaci. In realtà il Trentino è un paese, dove, se si vuole uscire da una condizione di estrema povertà, bisogna contemporaneamente occuparsi dell’agricoltura e dell’industria. È un paese che fu ed è agricolo, ma che deve e può anche diventare industriale. Ma occuparsi dell’agricoltura in favore del Trentino, non vuol dire seguire i criteri degli agrari di questo Parlamento, poichè gli agricoltori del Trentino non sono latifondisti, cui giovano i dazi protettori, sul grano e sulla carne, ma sono in gran parte proletari: proletari se lavorano a giornata, proletari se sono coloni o affittuali, proletari se sono pastori che hanno per unica risorsa il diritto di godere un po’ di pascolo e di bosco comunale; proletari se sono piccoli possidenti. La grande possidenza agraria è rara; la media è relativamente scarsa.