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la questione universitaria | 11 |
alla cultura di giovani italiani in un ambiente tedesco è come credere che si possa coltivare la palma sulle alpi o l’abete nel deserto.
La scienza ha un carattere universale, è vero; ma il genio nazionale è il fattore speciale che stabilisce il metodo ed i limiti entro i quali è possibile lo studio dei problemi scientifici.
E il nostro genio, la storia nostra, la nostra tradizione sono essenzialmente diversi da quelli dei popoli nordici.
Còmpito altamente civile e bello è quello di appropriarsi la cultura delle altre nazioni, ma a questo non si può arrivare — salvo rare eccezioni — se non dopo essersi plasmato una cultura ed un carattere con un’educazione nazionale.
Gli italiani colti stimano tutti la cultura ed apprezzano la lingua tedesca, ma altro è apprezzarla, altro è esser forzati ad apprenderla.
Occorre che fuori delle aule universitarie lo studente trovi modo di accostarsi alle molteplici altre fonti del sapere, occorre che possa attingere al gran libro della vita; occorre che non sia costretto, come succede ora agli studenti italiani in terre tedesche, ad isolarsi ed appartarsi.
Ma, prescindendo dalle ragioni didattiche, mentre si scatenano tante tempeste sciovinistiche, non è, semplicemente, onesto il proporre Vienna. È un voler accattar brighe. Sappiamo anche noi che alla grande massa della popolazione viennese poco importerà che duecento studenti ita-