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Ma a distrugger le speranze che si possono nutrire per questa sua disposizione sta il fatto che l’unica cattedra filosofica italiana esistente in Austria e precisamente all’Università di Innsbruck, coperta con tanto lustro dal prof. Farinelli, è stata lasciata vacante pur essendosi presentati al concorso ottimi professori. Noi chiediamo perciò il mantenimento e il trasporto di questa cattedra in seno alla Facoltà giuridica, ripromettendoci da essa il primo germe della Facoltà filosofica, cui dovrà seguire in un non lontano avvenire la Facoltà medica.

Intanto fino a che non avremo una completa Università reclamiamo il riconoscimento dei diplomi ottenuti negli atenei del Regno, ricordando come in proposito sia stato elaborato dal Ministero un progetto buttato poi, come al solito, nel dimenticatoio.

Il progetto del Governo contempla la sede della Facoltà a Vienna per quattro anni, senza fissare in quale delle città italiane la collocherà poi.

Ora la sede di Vienna non è accettabile. Vi si oppongono ragioni didattiche e politiche, se forse non è meglio dire più semplicemente che vi si oppone il senso comune.

Un’università non può vivere avulsa dal corpo della propria nazione.

Lo sviluppo di ogni manifestazione scientifica ed artistica dipende non tanto dalle scuole e dagli insegnamenti, quanto dall’atmosfera morale e intellettuale in cui si deve compiere.

Credere che si possa seriamente provvedere