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l’avvenire economico del trentino 193

stria dei giocattoli, quella dei manichi da frusta, ecc.

Un bilancio di industrie, ripeto, e come ognun vede, assai modesto.

Ma cerchiamo di esaminare che avverrà di queste industrie nel caso augurato della annessione del Trentino all’Italia.

Con piena convinzione io credo di poter asserire che l’annessione sarà sotto ogni rapporto vantaggiosa. Le cause stesse dell’attuale decadenza provano come la loro rimozione debba esser ragione di vita e di progresso.

Ma poichè giova distinguere fra le modeste industrie di recente rinate o sviluppatesi; e le industrie appoggiate all’agricoltura (di cui non fu ancora discorso) e alimentate dall’esportazione; e quelle industrie di cui si intravede la possibilità di un grande sviluppo, ma che oggi o sono in stato embrionale o non sono ancora sorte, è bene trattare partitamente delle une e delle altre.

Per le modeste industrie esistenti è evidente che lo spostamento dei confini non avrà valore alcuno, dato che trattasi di produzione destinata nei suoi limiti attuali quasi esclusivamente al paese, e comunque commerciabile nelle regioni dell’Alta Italia che hanno un tenore di vita analogo a quello del Trentino.

Più complicato è il problema dell’economia agricola. Questa consiste precipuamente nella coltivazione della vite, in quella del baco da seta e delle frutta, e nell’allevamento del bestiame. Vi si aggiunge la selvicoltura.