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192 al popolo italiano

vissero orde di avventurieri che ingaggiaron sempre o quasi sempre operai stranieri. Il campo trincerato di Trento con le cinquanta opere fortificatorie ha costato al Governo non meno di un miliardo!

Il bilancio delle industrie attuali, che malgrado tanta opposizione poteron sorgere negli ultimi vent’anni sulle rovine delle antiche e in seguito all’impulso dato da Paolo Oss Mazzurana, è ben magro. Nè di ciò è da meravigliarsi. Meraviglia invece che la tenacia degli abitatori, che il loro vivo affetto al paese abbiano potuto dar vita a qualche, sia pur modesto, stabilimento.

L’industria che (astrazion fatta da quelle complementari all’agricoltura) impiega il maggior numero di operai è la tessile. L’industria della seta annovera 7000 bacinelle e 400 telai; la tessitura del cotone si limita a 200 telai. L’industria laniera è buona, ma non va oltre i confini del paese.

Delle altre industrie quella della carta conta tre stabilimenti; quelle minerarie e quelle dei marmi sono in stadio appena iniziale o meglio diremo, di preparazione; quella della lavorazione del legno è appena discreta; fiorente è quella dei concimi chimici; l’industria dei cementi e laterizi è ben avviata, ma con sviluppo assai inferiore alla potenzialità. Si aggiungano altre industrie che servono esclusivamente ai bisogni locali: l’industria molitoria, con parecchi stabilimenti moderni, le fabbriche di birra, l’industria delle pelli. Alcune altre industrie sono tipiche della regione, ma son di scarso valore: l’indu-