Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
l’italianità del trentino e l’irredentismo italiano | 173 |
Tutta la terra mia freme oggi impaziente nell’attesa della liberazione.
Sente d’esser degna di essa; sente che questa è la grande ora.
E mentre implora per sè l’aiuto, sente di dover ricordare agli italiani che essi debbon pensare alla loro stessa difesa, perchè non da ieri l’Austria medita la guerra all’Italia. Il sospiro degli ufficiali austriaci è pur sempre la passeggiata a Milano, la conquista di Venezia è pur sempre il sogno di quel Corrado von Hetzendorf che all’indomani del lutto di Messina e all’inizio della guerra libica addensava alle frontiere d’Italia i battaglioni austriaci. Son parlamentari, senatori, ex-ministri, che a Vienna con catoniana costanza ripetono: Bisogna indebolire l’Italia! E all’Italia indisturbati e protetti dal loro Governo insultano con volgarità di parola ogni qualvolta ne sentono pronunciato il nome nel Parlamento. Ovunque, nella stampa, nelle scuole, nelle caserme si insegna ad odiare l’Italia. Ai soldati che ora partono gli ufficiali austriaci gridano: Oggi in Serbia ed in Russia a difender la patria e il Sovrano, domani scenderemo a punire la sleale, la vilissima Italia. E nell’odio suo l’Austria ha assenziente e fomentatrice la Germania. Quella fa a questa la strada. L’oro snazionalizzatore, l’oro corruttore nel Trentino, sul Garda, nell’Italia è oro di Berlino.
Non attenda l’Italia che il nemico abbia sfondate le porte.
Non si illuda che l’eterno barbaro sia sazio di rapina. Proseguirà feroce finchè non sarà