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166 al popolo italiano

sequestri all’anno. Malgrado i fiaschi colossali, poliziotti e procuratori di Stato hanno continuato a inventar complotti e congiure, ad imbastire processi mostruosi davanti ai giurati e giudici tedeschi, di città tedesche, per spargere nel paese il terrore, per distorre chiunque dal pensare non solo dell’annessione al Regno, ma anche dell’affermazione dei più semplici diritti nazionali entro i limiti sanciti dalla stessa legge costituzionale dell’impero.

Le galere austriache di Innsbruck, di Stein e S. Poelten presso Vienna, di Kufstein, di Przemysl, hanno per un secolo intero, dall’inizio del Governo austriaco ad oggi, ospitato sempre gli uomini più combattivi e più generosi del Trentino. Eppure le condanne mai a nulla riuscirono. Il carcere fu scuola di italianità.

Altro metodo austriaco fu l’azione di imbastardimento con la erezione delle scuole tedesche.

Poichè la legislazione provinciale non poteva arrivare all’assurdo d’imporre scuole tedesche a paesi esclusivamente o prettamente italiani, ci pensò il Governo centrale a creare proprie scuole elementari in lingua tedesca nelle principali città, facilitando l’ingresso ad esse col dar libri e vestiti gratuiti, obbligando gli addetti allo Stato a iscrivervi i loro figliuoli. Invano! Le scuole non raccolsero che pochi italiani e non riuscirono a imbastardirli.

Più violenta fu in questo senso la lotta delle società pangermaniste di Monaco, di Berlino, di Dresda, che presero di mira le alpestri vallate, i paeselli remoti, e i territori lungo il confine