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l’italianità del trentino e l’irredentismo italiano 163

dovette pensare a difender la propria compagine nazionale in mille maniere insidiata dal Governo di Vienna e d’Innsbruck. Iniziò così una lotta ostinata, paziente per impedire che gli si rubasse la dolce lingua del sì, che si corrompessero i caratteri, che si distruggesse nel cuore del popolo l’innata fierezza montanara, l’amore all’indipendenza, alla libertà, alla madre patria.

Da questa lotta che per cinquanta anni sostenne da solo (invano attese aiuto dai fratelli del Regno!) esso è uscito vincitore, ritemprato, ringagliardito, più italiano che mai!

Lo strumento più formidabile del teutonismo contro il Trentino fu l’annessione forzata, innaturale del paese alla provincia tedesca del Tirolo; annessione nella quale il Trentino veniva schiacciato dalla maggioranza numerica dei tedeschi non soltanto, ma altresì dal fatto che ai tedeschi nella Dieta provinciale di Innsbruck fu riconosciuto sempre un più largo diritto di rappresentanza. Fino all’anno scorso il Trentino avea un deputato ogni ventimila abitanti, il Tirolo uno ogni dodicimila. La nuovissima legge diminuiva ma non toglieva la sproporzione iniqua! Nel vasto numero dei còmpiti assegnati in Austria alle diete, còmpiti che vanno dalla scuola agli istituti umanitari, dalle ferrovie e strade alla beneficenza, ecc., il piccolo manipolo degli italiani si vide sempre brutalmente compresso dalla maggioranza tedesca. Non potè impedire che la scuola italiana fosse alla mercè di consigli direttivi tedeschi e tedescofili; che con criteri tutti opposti alla tradizione dei comuni