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148 al popolo italiano

desca, cessata nel 1866, è però concesso dall’Austria a tutti gli elementi germanici di spadroneggiare con scuole, con associazioni, con privilegi nel campo delle industrie e commerci, sul territorio trentino, come se fosse feudo teutonico.

Contro il triplice giogo il Trentino insorse; e fieramente lottando nelle assemblee politiche, nelle cospirazioni e sui campi di battaglia, e dando il sangue dei suoi figli migliori in tutte le battaglie per l’indipendenza e unità d’Italia documentò la sua incorruttibile romanità. Romanità che ebbe premio e sanzione dalla lettera di Garibaldi nel 1859, come l’avea avuta nei secoli antecedenti da altri gloriosi documenti. Basti, per citare i più degni, quelli che davvero costituiscono i passaporti di un popolo, ricordare la tavola clesiana, il patto di Valdo e la protesta dei Consoli.

Promulgatore della bronzea tavola, detta oggi clesiana, idal luogo ove fu scoperta, fu l’imperatore Claudio. I barbari la gettaron fra le cose inutili, ma la buona terra la conservò per ridarla alla luce nel secolo scorso. In essa l’imperatore Claudio chiamava Trento splendidum municipium e assegnava agli abitanti delle limitrofe valli la cittadinanza romana.

Nel 1166, due anni dopo che Vicenza, stanca delle estorsioni e oppressioni dei ministri del Barbarossa ne avea cacciato il vicario e si era collegata a comune difesa con Verona, Padova e Treviso, tutti i comuni trentini del Perginese decidevano col patto di Valdo, contro al lor signore Guindibaldo vassallo dell’imperatore, di