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144 | al popolo italiano |
stre carte, i nostri documenti, sappiamo che questo è un dovere.
Un dovere che riesce facile adempiere. Giacchè i documenti nostri li abbiamo a portata di mano e son validi anche se non portano il bollo delle i. r. autorità. Essi si trovano qui, in tutte le vostre biblioteche, nei vostri archivi, nella vostra storia, che è pur la nostra, che è la storia d’Italia.
Cominciam dunque a dire — e perdonino gli uditori se nell’intento di predicare ai molti che non sanno mi è toccato invece di trovarmi innanzi ad un pubblico che sa benissimo quello che sto per dire — cominciamo a dire dove e come è fatto il Trentino.
Cesare Correnti lo ha definito il «vestibolo d’Italia» traverso le alpi centrali nel punto più nordico della penisola. La definizione è esatta; può essere completata nel senso che si dovrebbe parlare anzichè del vestibolo, di uno dei vestiboli, giacchè il territorio che è alle spalle del Trentino, costituente la regione dell’Alto Adige, fa pure parte dell’Italia naturale ed è come un vestibolo del vestibolo.
Il fiume Adige bagna e coi suoi affluenti segna le arterie fondamentali dei due vestiboli. Di essi quello settentrionale, si appoggia al grande cerchio delle Alpi, quello meridionale si appoggia ad una catena secondaria che corre parallela all’arco alpino a poche decine di chilometri da Trento ed ha verso la regione dell’Alto Adige, una sola apertura facile, quella di Salorno.
A destra e a sinistra dei due vestiboli si sno-