Pagina:Battisti, Al parlamento austriaco, 1915.djvu/149


trento, trieste e il dovere d'italia 133

petizioni economiche. Ciascuna delle città ha ben delineato il suo hinterland e la pertinenza ad uno stesso Stato diminuirà, non accentuerà certo le possibili ragioni di conflitto. Tanto più che, al di sopra delle competizioni locali, si va delineando la necessità di una concorde cooperazione dei porti adriatici contro le tendenze monopolizzatrici dei porti nordici, che rappresentan per tutti, anche pei porti mediterranei, la vera concorrenza. Sarà il sud latino contro il nord: la gran battaglia incruenta sui mari, che seguirà a quella del sangue, delle mine, delle granate e dei siluri.

Più che alla ricerca dei piccoli spostamenti d’interesse fra porto e porto e dei momentanei spostamenti e delle oscillazioni inerenti ad ogni grande innovazione sia politica che sociale, l’Italia deve oggi proporsi di stabilire quel che le accadrebbe, se col completarsi dell’iniziato sfacelo dell’impero austriaco, Trieste diventasse un porto germanico o un porto slavo.

Trieste tedesca vorrebbe dire il rafforzamento di tutte le influenze germaniche nelle industrie, nelle banche, vorrebbe dire la presenza d’un concorrente temibile in quei commerci del Levante e dell’estremo Oriente che più si confanno all’Italia; vorrebbe dire la perdita di buona parte del commercio italiano con le Americhe.

Trieste slava vorrebbe dire il subitaneo passaggio alla Serbia di tutti i commerci austriaci in Oriente e il crearsi di una potenza concorrente e irruente da Trieste a fiume, a Cattaro, ad Antivari addirittura colossale!