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grandi città, rese possibile la affermazione di tutte le nazionalità meno evolute.

Il movimento balcanico dette l’ultima grande spinta. Fu la scintilla incendiatrice.

È un vero orgoglio nazionale da cui sono state prese tutte queste nazioni; pare abbiano subito un’iniezione che abbia alterato il loro sangue. Sono tutte pervase da sentimenti d’odio contro chi fu fino a ieri il loro dominatore.

Prima dell’introduzione del suffragio universale al Parlamento austriaco i ruteni erano un elemento pressochè ignoto. Si accontentavano di mandare come loro rappresentanti dei latifondisti polacchi o tedeschi. Con la riforma elettorale essi mandano invece in Parlamento un gruppo compatto di gente uscita fuori dagli strati popolari. Mandano parecchi deputati contadini, artigiani, che non sanno una parola di tedesco, la sola lingua ammessa nei verbali parlamentari, e a scopo di protesta parlano ostentatamente ruteno, con discorsi che durano giornate. Essi scatenano lotte addirittura feroci che paralizzano a lungo l’attività del Parlamento.

Le cricche dominanti rimasero sbalordite; ma non vollero persuadersi d’esser di fronte ad un movimento infrenabile. Col bastone e soprattutto con la corruzione avean dominato sempre. Speravano quindi di soffocare quei sentimenti nazionali ai quali per secoli avean saputo sostituire il sentimento dinastico. Si illusero. Alla vigilia della guerra l’Austria boriosamente annunciava nei suoi comunicati ufficiali che il confine orientale della monarchia sarebbe stato va-