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122 al popolo italiano

colpi di spillo trascinano noi italiani in una lenta agonia e fra torture e spasimi voglion torci l’impronta della stirpe e del genio.

Il martirio degli ottocentottantamila italiani è noto. Nessuno osa negarlo. Ma questi italiani non rappresentano che la sessantesima parte della popolazione della duplice monarchia. E molti si domandano se, malgrado il sacrificio loro, l’Austria non abbia speciale ragione d’esistere ed una funzione speciale da compiere nell’interesse generale d’Europa.

Costoro si fanno banditori — un po’ in ritardo — della teoria proclamata trent’anni or sono da eminenti politici francesi, accolta poi dallo stesso Francesco Crispi, e compendiata nelle celebri parole: «Se l’Austria non esistesse, si dovrebbe crearla». Si dovrebbe crearla per avere nel centro d’Europa un cuscinetto atto a smorzare gli urti, gli attriti fra l’elemento latino e le razze slave e germaniche.

Io non sono di questo parere anche nei riguardi del passato; ma posso indulgere, posso credere che nel passato l’Austria abbia avuto questa funzione moderatrice degli attriti fra il mondo germanico, lo slavismo e l’elemento latino. Ma quello che valeva dieci anni fa, quello che forse valeva cinque anni or sono, quello che poteva valere pochi mesi or sono, non vale più in questo momento in cui l’Austria è diventata un magazzino di polveri in piena e completa esplosione.

L’Austria-Ungheria poteva costituire un elemento di equilibrio finchè tutte le varie nazio-