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trento, trieste e il dovere d'italia 115

mento di spendere questi denari, spremuti dallo stomaco del contadino italiano, si è generosi con la parte tedesca, avari con l’italiana. E quella è oggi fiorente, solcata da ferrovie, da arterie stradali, bene avviata nelle industrie, nei commerci. La parte italiana invece, malgrado la sua potenzialità economica, è misera, anemica, abbandonata, con poche vie di ferro, senza speranza di un miglior avvenire. Quel che avviene con la tassa sul grano ha riscontro in tutto il sistema tributario provinciale. Per tutte le spese che sono maggiori nella regione italiana (scuole, medici, ecc.), si impone il coprimento distretto per distretto con forti percentuali di contributo distrettuale; si riserva il coprimento con fondi integralmente provinciali invece quando il minor beneficato è l’italiano. Più volte si è deciso di non annoverare fra le disgrazie elementari degne di aiuto provinciale la grandine; perchè la grandine se distrugge i vigneti del Trentino non fa male agli abeti, ai pini e ai prati del Tirolo. Tutta questa scellerata politica tributaria si sanziona nella Dieta del «Santo Tirolo» invocando quel Dio

Che non disse al tedesco giammai:
Va, raccogli ove arato non hai.
Spiega l’ugne: l’Italia ti do.

Del pari nell’Istria, nel Friuli orientale, nella Dalmazia, il Governo ha fatto quanto era possibile per alienarsi con la sua assoluta trascuranza ogni simpatia degli italiani, stabilendo ogni sorta di privilegi per gli slavi che a mille a milite furono artificialmente importati a Pola, a Trie-