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al popolo italiano

degli italiani adriatici le fanatiche orde slave. E slavi e tedeschi, aizzati dal Governo, inferociscono contro gli italiani, e con esso cooperano per fare strazio dei loro cuori, ed anche delle loro magre risorse.

Il Trentino conta 380 000 abitanti, italiani tutti, meno una percentuale di stranieri oscillante dal 2 al 3, percentuale inferiore a quella dei tedeschi di Milano e di qualsiasi grande centro industriale dell’Alta Italia. Questi trecentottantamila italiani non hanno diritto di amministrarsi da sè, non costituiscono una provincia autonoma; contro il loro volere, malgrado le proteste che da settanta e più anni si rinnovano ininterrotte, sono uniti ai cinquecentocinquantamila tedeschi del Tirolo, di una provincia sotto ogni aspetto differente dal Trentino, per lingua, storia, arte, costumi, clima, suolo, prodotti. Nel Parlamento provinciale sessanta deputati tedeschi dettano legge ai trenta deputati italiani. E sono leggi che offendono gli italiani in ciò che hanno di più caro, la lingua, la cultura, la libertà; e leggi con cui si sanziona un esoso sfruttamento economico. Da cento anni vige l’imposta sulla polenta, sul grano turco, con la quale si sono ammassati milioni e tutt’oggi si ricava poco meno di due milioni all’anno; or bene questa odiosa imposta grava esclusivamente sugli italiani. Il contadino trentino, alla pari del contadino veneto e lombardo, ha giornalmente sul suo povero desco il misero cibo della polenta. Il contadino, l’operaio tedesco non lo conoscono neppure; mangiano patate e altri cibi. Ma quando viene il mo-