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100 al popolo italiano

l’interno s’è mostrata vana. Non è possibile per le differenze nazionali e pel complesso di altre discordanze di carattere economico e sociale coalizzare tante forze, quante occorrono ad abbattere la vecchia Austria. Ve lo dice, egregio compagno, un socialista che ha accettato di cooperare con tutti gli altri socialisti dell’Austria all’opera di rinnovazione dello Stato su basi democratiche e che ha dovuto concludere che la miglior volontà e la più perfetta buona fede nei rappresentanti socialisti di tutte le nazionalità non bastarono, non bastano all’intento. Invano uomini d’alto senno, di provata rettitudine, di cuore generoso come Adler, Daszinski, Nemec, hanno sperato che l’internazionale proletaria avrebbe potuto creare un’Austria moderna, equanime verso tutte le nazionalità. Il programma è fallito. I socialisti czechi con Nemec alla testa hanno fatto casa per sè. I leaders polacchi Liebermann e Daszinski hanno tenuto in Parlamento discorsi che hanno fatto inorridire i compagni tedeschi. Il colore del socialismo rumeno, di quello slavo-meridionale, del ruteno, del trentino è tutto differente da quello del socialismo tedesco. È un socialismo che sa e sente di avere delle partite nazionali da risolvere.

E quando il Governo austriaco minacciò guerra alla Serbia nel 1912 e quando ora la iniziò, fu il socialismo tedesco che subendola, giustificandola e appoggiandola, s’è trovato a tradire la causa delle altre nazionalità per un complesso di interessi specifici, tutti propri del proletariato tedesco, cozzanti cogli interessi degli altri.