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il trentino e i trentini 95

ricale — compresi i leaders — a votare compatti, e senza assenze, contro le leggi militari e l’aumento del contingente di truppa.

Francesco Giuseppe, abituato a inviare alla Dieta del Tirolo per telegrafo i suoi ringraziamenti dopo la sanzione dietale di ogni legge militare, non si prese l’incomodo di farlo quando seppe che la legge era passata col voto dei soli tedeschi, ed avea avuti contrari tutti gli italiani.

Non voglio indugiarmi di più. Ma potrei moltiplicare le prove di fatto.

Certo nel Trentino non v’è un irredentismo che negli ultimi anni abbia pensato a congiure, forme ormai superate. Non c’era, nè potea esserci finchè si vedeva l’Italia legata alla Triplice un irredentismo d’azione. Ma oggi dai campi insanguinati della Galizia e della Bosnia come dalle città e dalle valli e da ogni luogo ove siano trentini si guarda fremendo all’Italia. Un cuore italiano che vive nella fortezza di Franzensfeste, coperto della divisa austriaca, mi scrive oggi eludendo la rigida sorveglianza: Il mezzogiorno non si muove? Venite!

Ora è il momento in cui l’irredentismo prende forma concreta ed ha ragione di essere. Ora c’è e mette in fuga le paure, le prudenze, gli interessi dei tempi andati. E c’è non in questo o in quel partito. C’è nel cuore di tutto il popolo.

Se così non fosse le stesse carceri austriache non ospiterebbero oggi, per l’istessa colpa di amor patrio, e il redattore del giornale socialista Martino Zeni e il prete Mario Covi e l’organiz-