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92 al popolo italiano

dovere anzi dire una franca parola in nome del Trentino.

Il Trentino ci tiene a staccarsi dall’Austria.

Se tu fossi stato lassù nei giorni angosciosi della mobilitazione te ne saresti convinto. Avresti assistito alla partenza coatta di oltre trentamila uomini, montanari, contadini, gente abituata da preti e da poliziotti alla rassegnazione. Eppur tutti fremevano d’odio, tutti partivano lanciando all’Austria la maledizione.

Non basta questo, tu mi dirai, per stabilire che nel Trentino ci sia la volontà del riscatto.

E allora c’è tutta la storia degli ultimissimi anni (per non riandar quella veramente superba dei tempi dei Risorgimento) che te ne rifà la prova.

Che i socialisti del Trentino (e sono più di un sesto della massa elettorale) odino l’Austria, che essi abbiano sempre affermato altamente il diritto all’indipendenza nazionale, tu lo sai. Ne fanno fede i discorsi dei deputati socialisti, l’indirizzo costante della stampa, e sopratutto quel sobrio ma fiero sentimento di italianità che è nella classe operaia non solo di Trento, ma anche nelle colonie degli emigranti trentini in terra tedesca.

Vi sono poi i liberali nazionali, moderati e democratici, a cui i socialisti giustamente hanno più volte rimproverato di aver voluto diminuire il valore del fattore sociale e di coprire talvolta i loro interessi di classe sotto la bandiera nazionale. Ma nessuno può negare che essi sieno stati e sieno, nella loro stragrande maggioranza,