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introduzione | lv |
Compose anche tre commedie, intitolate il Fileno, l’Eugenio, e gl’Innocenti assoluti, che non furono mai stampate1.
Com’è noto, ogni anno si faceva dal Popolo napoletano una gran festa, o Apparato, pel S. Giovanni Battista, ornando di pitture, e statue, e iscrizioni, e versi, molte vie della regione di Pendino e di Porto. Il Basile, come gli altri letterati napoletani, non poteva mancare di prendervi parte, con qualche sua composizione. E nell'Apparato del 1626, contribuì con un anagramma, una poesia spagnuola, e un epigramma latino2. — Nel 1628, alla via dei Lanzieri c’era il ritratto del Vicerè con un’ode del Basile; a San Pietro Martire un suo sonetto; e alla Speziaria vecchia un «ingegnosissimo e leggiadrissimo madrigale». E, nell’opuscolo descrittivo della festa, che si pubblicò allora, il Basile appare in una qualità per noi nuova, nella qualità di censore3.
- ↑ Chioccarelli (De illustr. script.): «edidit quoque comoedias ìtalice, nondum excussas». Per altre bazzecole, scritte dal Basile, poesie laudative, anagrammi, ecc., rimando all’elenco fattone dal Minieri Riccio, Not. biogr, e bibliogr. cit., pp. 12-3. Il Mazzuchelli cita inoltre: Sacri sospiri, madrigali, Mantova, Osanna, MDCXXX: che l’Imbriani suppone non esser altro se non i Madrigali Spirituali, che si leggono dopo, il Pianto della Vergine (Il Gran Basile, l. c., II, 215).
- ↑ Cfr. Minieri Riccio, ''. biogr, e bibliogr., l. c.
- ↑ Descrittione dell’Apparato di S. Giovanni fatto dal Fedelissimo Popolo Napolitano, all’Ill.mo ecc. Duca d’Alba, 1628, di Giov. Berardino Giuliani, Segretario dell’istesso Fedelissimo Popolo, In Napoli, per Domenico Maccarano, 1628. V. lett. del Basile, al Duca, 13 settembre 1628, in fine.