Pagina:Basile - Lu cunto de li cunti, Vol.I.djvu/59


introduzione xlix


Un sol ferro l’ancise,
Un sol marmo l’accolse,
Ove pia man gli chiuse,
E v’intagliò queste dolenti note:

Tardo pentir, sollecito dolore
Empier quest'urna e fer ben duro scempio
D’un’anima crudel, d’un fero core;
Tu, che amata disami, or tranne esempio!


Adriana Basile da Mantova fece una scorsa a Napoli, e vi si trattenne durante l’inverno 1619-20, festeggiata da tutta la buona società napoletana, porgendole ghirlande di versi Giambattista Manso, Domizio Caracciolo, il Marchese di Trevico, Andrea Santamaria, Antonio Basso, Orazio Cernite, ecc1.

Nel 1621 si fondava a Napoli l’accademia degli Incauti, e il Basile vi appartenne2. Intanto, pigliava sempre parte all’accademia degli Oziosi, e per la solennità, che si soleva celebrare nel giorno di S. Giacomo in quell’accademia scrisse, una volta, un’ode3.

Nel 1621-2 fu dal Viceré Cardinal Zapata nominato per un anno governatore della terra di Lagulibero, ossia Lagonegro in Basilicata4.



  1. Ademollo, La bell’Adriana, p. 244 sgg.
  2. Minieri Riccio, Cenno delle accademie, IV, 527-8.
  3. Ode, pp. 199-202.
  4. Provvis. 18 Giugno 1621. — Arch. di Stato, Collaterale Officior., vol. 14 (1610-22), fol. 128 t.o — V. Append. E.