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introduzione xliii

rito dell’intenzione e al beneficio fatto alla fama del poeta, non corrisponda il valore dell’edizione, ch’è scorrettissima, e senza punto critica1.

Il libro è dedicato da Zuncoli, colla data del 1 gennaio 1617, a Cecco di Loffredo, Marchese di Trevico, e Capitano d’uomini d’armi in regno. — Zancoli è una piccola terra in Principato Ultra, della quale erano appunto signori feudali i Loffredo. Il Basile si trovava, dunque, in Zuncoli il 1617, al seguito del Loffredo.

Al quale Loffredo, suo nuovo padrone, dedicava anche la terza parte dei suoi Madriali et Ode, che fu stampata a Napoli il 16172.

Ma dal Loffredo passò subito ad altro padrone, al nuovo Principe d’Avellino, Marino Caracciolo3. — Tale fu la sua vita, e tale la vita di tanti altri letterati d’allora: un passaggio di protettore in protettore, di padrone in padrone.



    codice, ristampò le Rime del Tarsia lo Spiriti: In Nap., MDCCLVIII, nella stamp. Simoniana. Ora se ne ha l’edizione del Bartelli: Galeazzo Di Tarsia, Il Canzoniere, Cosenza, 1888.

  1. Cfr. ed. cit. del Bartelli, pp. XIV sgg.
  2. De’ Madriali et delle Ode del Cavalier Gio. Battista Basile, Conte Palatino, et Gentiluoìno dell' Altezza di Mantova, Parte Terza, In Napoli, per Constantino Vitale, 1617. — Ded. in data 20 Febbraio 1617. Contiene, tra l’altro, odi pei pittori Stanzioni e Caracciolo, e una per l’esilio del Duca di Nocera (cfr. Arch. Stor. ital., IX, 227). L’Imbriani, da un luogo del Teagene (VIII, 48), cava che il Basile dovesse visitare anche altri luoghi del Principato; certo, le ferriere dell’Atripalda {Il Gran Basile, 1. c., I, 53).
  3. Suo padre, generale della cavalleria del Regno, era morto in Lombardia nel Dicembre 1617. — Costo, Memoriale, p. 94.