Pagina:Basile - Lu cunto de li cunti, Vol.I.djvu/50

xl introduzione

sermi dedicato a sì gran Principe, dall’altra mi rodo che altri solamente spinto dalla gloria del suo nome scopra sì gran desiderio di vederla superiore delle nemiche forze e vorrebbono esservi presenti, et io che l’opere gloriosissime di V. A. non solo per fama che per veduta etiandio ho ammirate, anzi in larga parte gli effetti della sua grandezza e generosità d’animo in me provate, me ne stia otioso e non corra e non voli a spender la propia vita, ch’ella sarebbe assai ben impiegata in servitù de V. A., ma non essendomi ciò conceduto per non trovarmi intiera salute, supplico V. A. ad appagarsi almeno di questa mia buona volontà degnandosi credere che io sarei non men pronto in adoperar la spada in offesa di suoi nemici, come sono apparecchiato in celebrar le sue Palme, e le sue Vittorie con la penna. E col fine priego N. S. Iddio conceda a V. Alt.a poi d’havere abbassato l’orgoglio nemico eterna pace. Di Napoli primo di giugno 1613.

Di V. A. S.ma e R.ma Humilliss. Ser.re
Gio. Battista Basile1.

E, qualche mese dopo, ringraziando pei nuovi favori fatti dal Duca a sua sorella Vittoria, finiva: «Priego N. S. Iddio che questa generosità grande alla nostra Vittoria dimostrata sia felicissimo augurio delle sue future vittorie»2.

Alla Vittoria si accompagnò l’altra sorella di Giambattista, la Margherita Basile, anche virtuosa di musica, che il Duca, nel 1615, ebbe desiderio di avere alla sua



  1. Arch. di Mantova. Debbo questa e le altre lettere del Basile all’amico Prof. N. F. Faraglia, che le ha anche ottenute dal Davari.
  2. Lettera da Napoli, 20 Dicembre 1613. V. append. D. L’Imbriani suppone che il Basile fosse a Roma il 1614, perchè tra i suoi madrigali ce n’ha uno: Per la colonna drizzata nel colle Esqulino per la santità di Papa Paolo V, appunto nel 1614 (l. c, I, 51).