Pagina:Basile - Lu cunto de li cunti, Vol.I.djvu/493


jornata ii. la tenta 279

          Che n’adora, nè fete,
          No spurceto, no nsipeto,
          Rusteco, cotecone,
          N’ommo senza sapore, e senz’ammore,
          Sciaurato, bestiale,
          Catarchio, maccarone senza sale!
Mar. O felice chi stace a no desierto,
          Ca non vede, nè abbotta;
          Dica chi vole, io trovo
          No mutto assai provato:
          Meglio sulo, che male accompagnato.
Col.    Ma, pò, dall’autra banna.
          Trova no commerzevole.
          Che se fa carne ed ogna co l’ammice:
          No buon compagno affabele,
          Che tratta a la carlona;
          E, co sta tenta, chi lo crederria?.
          Trova chi lo retaglia, e forfecheja1,
          Cose e scose, e lavora a pilo mierzo,
          E le face la causa da dereto;
          Chiammannolo sfrontato, miette nante,
          Pideto mbraca2, fronte a pontarulo,
          Strenga rotta ndozzana3,
          Sfacciato, petrosino d’ogne sauza,
          Che vo mettere sale a quanto vede,
          Che vo dare de naso a quanto sente,
          Ntrammettiero, arrogante, mpacciariello;
          Auzate chesso, e spienne, poveriello4!
Mar. Nce vole chesto e peo;



  1. Taglia colle forbici.
  2. Impertinente, come una correggia, che vuole uscire inopportunamente.
  3. Cinghia rotta, messa insieme colle altre buone nella dozzina.
  4. Prendi questo, e spendi: piglia questi complimenti!