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276 lo cunto de li cunti

          Sempre lo vide affritto
          Se tratta da Guidone1 e da Vajasso2,
          E more sicco miezo de lo grasso!
Col.    Ma lo revierzo, po, de la medaglia
          È di chi spanne e spenna;
          Darria funno a na nave,
          Darria masto a na zecca,
          Sacco scosuto, jetta quanto tene,
          Che non fa cunte de la robba, ch’ave.
          Le vide ciento attuorno
          Scorcogliune3, alivente,
          Senza nulla vertute,
          Ed isso a bottafascio le refonne!
          Sfragne4 senza jodizio.
          Votta senza ragione,
          Dace a cane ed a puorce,



  1. Guidoni si dicevano in quel tempo i pezzenti scrocconi. Il Garzoni ha un discorso: «Dei Guidoni furfanti o calchi»: «Si trovano alcuni, che non tanto da inopia o da miseria tratti, quanto da una pigritia mera, abbandonate l’arti e le scienze, si danno a una vita talmente oziosa e negligente che la maggior quiete o felicità non istimano che con una pazza furfanteria mendicar del continuo il cibo et il vitto, reputando questa vita per la più dolce e più beata al mondo ch’esser possa. E lo sbatter dei denti per il freddo, il gridar per le contrade come cani arrabbiati, il tremar dal gielo, il morir per l’eccessivo caldo, il camminar con le ferie per il viaggio, l’andar con le ginocchia per terra, il portar le natiche per il fango, lo star sepolto dentro a una barella, è reputato da loro più tolerabile che esercitarsi in un’arte o fare un mestiere come i galant’huomini fanno: i professori della qual vita son dimandati dal volgo comunemente Guidoni, Furfantoni, e Calchi». E segue una serie di aneddoti e di curiosi particolari di costumi (o. c., pp. 580-84). Cfr., anche Il Vagabondo overo la sferza dei Bianti e Vagabondi. Opera nuova ecc. data in luce per avvertimento dei semplici da Raffaelle Frianoro (In Ven. e in Bassano, s. a.).
  2. Vajasso, maschile di vajassa, serva, anzi servaccia.
  3. Scrocconi.
  4. Frange:consuma