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xxxviii introduzione

E seguono grandi feste per la lieta novella1. Ed è curiosa questa ottava sopra un ritratto del Duca Ferdinando, che si vedeva in una stanza di Parnaso:

Chisso nc’era dèpinto cossì bivo,
Che quase lo vedive freccecare;
Tenea la vorza fatta commo a crivo,
Che no nce potè rejere denare!
Da lo quale piglia oje sostiento e civo
La vertute, che stea già pe crepare;
Le vide appiede mille vertuluse,
Che le puoje nnuosso appennere le fuse.
Ed isso a chi dà sfuorge, a chi tornise,
E tutte fa partire conzolate;
Ora cammina mo s’autre paise,
Se truove tanta liberalitate2!

Il Basile fece a Mantova una specie d’edizione completa delle varie sue opere, il cui titolo complessivo è: Le Opere Poetiche di Giov. Battista Basile il Pigro, cioè Madriali, et Ode, prima e seconda parte, Venere Addolorata, favola tragica, Egloghe amorose e lugubri. Avventurose disavventure, favola maritima, Pianto della Vergine, poema sacro. In Mantova, per Aurelio e Ludovico Osanni, fratelli stampatori ducali, MDCXIII.

Di questa raccolta la sola cosa nuova è la seconda parte dei Madriali et Ode, nella quale sono raccolte le varie piccole poesie, che abbiamo accennato, fatte dopo il 1609. E questa seconda parte è dedicata al Cardinal Ferdinando Gonzaga.



  1. Ivi, C. V e VI.
  2. Viaggio di Parnaso, V, 10-I.