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jornata ii. trattenimiento x. |
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gliva1; si te avimmo fatto despiacere, fance na quarera2 a la Zecca3; se te siente affiso, legame a curto4; si hai quarche crapiccio, fance na cura co lo motillo5; se pretienne quarcosa, fance na secotata co na coda de vorpa6, schiaffance sso naso a Napole7! Che terme-
- ↑ Nel Tribunale della Bagliva si trattavano le cause dei danni fatti ai territorii, e tutte le cause da tre ducati in sotto. La sua giurisdizione si estendeva a Napoli e casali. L’appello era ai maestri razionali della Zecca. Era posseduto dalla famiglia Costanzo, aveva sei giudici nobili, due di Montagna e quattro degli altri seggi; oltre gli uffiziali subalterni. Ai tempi del N., era già riunito, cogli altri tribunali, in Castel Capuano (Cap., For., p. 634, e Cel., o. c., II, 376).
- ↑ Querela.
- ↑ II Tribunale della Zecca era prima presso S. Agostino, e passò poi anche a Castel Capuano. Giudicava delle cause concernenti monete, pesi e misure, e delle frodi commesse nel comprare e vendere; ed era ristretto a Napoli e Gasali. Da esso s’appellava al Sacro Regio Consiglio (Toppi, o. c., P. II, 32-3, e Cel., l. c., 276).
- ↑ Légami stretto, in modo che non possa scrollarmi.
- ↑ Piccolo imbuto; cura co lo motillo, clistere, lavativo.
- ↑ Probab.; come fanno talora i fanciulli, perseguitando un gatto, o altro animale, per la casa. — Il Liebr. (Anm., I, 407) dice: «Io non so a che costume alluda: forse, una volta i fanciulli correvano dietro ai cattivi debitori, ecc., con una coda di volpe, ecc. Almeno, simili costumi vigevano presso altri popoli; così, presso gli Etruschi»; e cita Heracl. Pontic, Fragm., 16, che scrive: «
όταν δέ τις όφείλον χρέος μη άποδιδώ παρακολουθουσιν οι παίδες, έχοντες χενόν θυλάκιον εις δυρωπίαν». Cfr. anche Dunlop-Liebrecht, o. c., 515.
- ↑ Si dice Napoli (e talvolta: Pozzuoli) per non dire un’altra parola. Cfr. VN. Il Del Tufo, discorrendo del parlar goffo della plebe napol.: «Hora mo sì, ca sì fastidiuso. Te, chiavance so naso a sto pertuso!» (ms. c., f. 131). È noto l’antico rito giudiziario, pel quale i debitori decotti dovevano denudarsi il sedere e dar tre volte con esso su una pietra, o una colonnina che fosse, posta nel pubblico tribunale. La colonnina, ch’era a Napoli innanzi a Castel Capuano, si vede ora al Museo di S. Martino. Schiaffame so naso a Napole vale, dunque: puoi vedermi il sedere, ma non hai da togliermi niente! Cfr. Pitrè, Bibl., XV, 372-4.